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Voto di scambio 2.0

Obama Harper Reed

Da La Lettura, inserto domenicale del Corriere della Sera, della scorsa domenica.

“Se nel 2008 i social media sono stati un veicolo fondamentale per le idee di Obama, nel 2012 diventano — alla faccia della privacy — un bacino indispensabile di informazioni sugli elettori. Nella fase finale della campagna gli utenti Facebook iscritti al sito BarackObama.com hanno ricevuto mail che chiedevano esplicitamente di convincere l’«amico» X (schedato come indeciso) a votare per il presidente”.

Leggo la didascalia in basso a destra nell’immagine: “L’incrocio di informazioni demografiche, abitudini di navigazione e dati provenienti da facebook (che è per questo che l’hanno finanziato) permette di effettuare operazioni di microtargeting”.

Microtargeting??????
Non ricorda invece le modalità in chiave 2.0 che portano dritti dritti al voto di scambio????

Tra l’altro con la geolocalizzazione è un gioco da ragazzi. Mi viene da ridere.

L’articolo per intero lo trovate cliccando qui

Aspettate, bussano alla porta…..


Rigurgiti

Guardo la gente in versione balneare. Brutta visione, soliti gesti goffi. Camminano sgraziati conciati come pagliacci.

In spiaggia c’è un cestino ogni 20 km. Fa caldo. Un tedesco paonazzo prende dal frigo portatile una bottiglia di birra.La stappa e la ingurgita. Sembra tutto tranquillo. Le carte dei gelati svolazzano rotolando sulla sabbia rovente. Riempiamo anche il vento di rifiuti. Anche nel mare ci sono rifiuti: abbiamo raccolto conchiglie e tappi di bottiglia. Pezzi di polistirolo galleggiano. Nessuno nota nulla. Nessuno ci fa caso. Si fa presto ad adattarsi ad un nuovo concetto di normalità. Si fa presto a fare l’abitudine all’odore di merda.

Portata da una raffica di vento, arriva ad un signore tedesco la carta di un ghiacciolo arancio. Proprio sullo smartphone. Si incazza. Una signorina scosciata legge le cinquanta sfumature di grigio. Ignora il marito. Lui si guarda attorno, assente. Siamo tutti qui. A che serve non lo so. Leggo i titoloni del quotidiano ed è lo sfacelo. Dallo spread alle stelle, al prosciutto marcio usato per il ripieno dei tortellini, dai roghi dolosi dei soliti ladri ai profughi siriani.
I conti non mi tornano più. Così come le evidenti contraddizioni della nostra epoca. Una mamma rincorre suo figlio che cerca di guadagnarsi la riva. Lei gli grida: non puoi ancora fare il bagno, se aspetti buono poi ti compro il gelato. Come si educa ad essere oggetto di scambio.
Accendo una sigaretta. Mia figlia sta correndo sulla sabbia rovente. Suo papà la tiene per mano.Li vedo da lontano. Lei mi cerca con lo sguardo. Aspetto che si avvicini. Aspetto che mi scorga per vedere il suo sorriso allargarsi.


Qui, ciò che conta è poter dire alla fine: zitti tutti, lo ha detto la Rete. La fonte di democrazia suprema. Poco importa se poi quella Rete non esiste e quella che viene spacciata per iperdemocrazia dal basso è una democrazia rovesciata, cioè una illusione di democrazia, che procede dall’alto verso il basso, come il «centralismo democratico» dei partiti comunisti (il comitato centrale nominava la direzione e questa i membri dell’assemblea, anziché il contrario). Poco importa, infine, se l’intera realtà e quindi anche gli esseri umani sono considerati soltanto un unico, grande sistema informativo, una Rete di reti – questo il nuovo dogma – in cui ciò che rileva sono i numeri, la folla, anzi l’ideologia della folla, disancorata dalla realtà reale perché ormai completamente e fideisticamente immersa in quella virtuale.

Il Blog di Carlo Vulpio

Tutto sommato dobbiamo esser grati all’esplosione pervasiva della «realtà virtuale», perché può farci tornare a capire e ad apprezzare la indispensabilità della «realtà reale». Soprattutto in quella parte della sfera pubblica – la politica – in cui si vuol dare a credere che la Rete e tutto ciò che è virtuale sia la Verità, la Luce, la Via, e dunque sia sinonimo di migliore democrazia, più ampia partecipazione, vera trasparenza, perfetto meccanismo di checks and balances, controlli e contrappesi. Quando invece è vero tutto il contrario.
Questa convinzione – che tuttavia non è il frutto di una furia iconoclasta anti Internet, quanto piuttosto della disillusione di chi in buona fede aveva creduto in un sogno – si sta radicando con sempre maggiore forza non solo tra gli spiriti più critici e gli studiosi più attenti e disinteressati della Rete (Evgeny Morozov, Andy Clark), ma anche tra quegli stessi…

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Come siamo arrivati a questo punto?

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Per uno scappellotto!

I bambini vengono sempre in secondo piano.
Si desume chiaramente dall’atteggiamento di molte “personalità” che, invece di mostrarsi indignati e severi per episodi di violenza, tendono a minimizzare, a difendere un’intera categoria.

Sono molto ormai i casi di violenza su bambini smascherati negli ultimi tempi e che avvengono all’asilo, a scuola, in ambienti che dovrebbero essere sicuri e protetti.

Il livello generale è terribilmente triste. L’ultimo caso accertato da telecamere che mostrano i maltrattamenti, coinvolge senza lasciare dubbi, una maestra di 54 anni, a Capo di monte in Valcamonica. Qui qualcuno si dice sorpreso e costernato, altri si affrettano a minimizzare che gli schiaffoni qualche volta scappano, altri ancora sventolano la loro solidarietà con la maestra.

Nessuno ha speso una parola sulle immagini, sugli schiaffoni, sui bambini che a quanto apprendo da alcuni giornali locali, non volevano più andare a scuola.

Anche la dirigenza dell’Ufficio scolastico di Brescia si affretta a dire che è un singolo caso, e che non si coinvolga l’intera categoria (di ennesimi intoccabili).

Un altro dato che rileva quanto poco conti i minore affidato ad una scuola, ad una maestra, si evince dal fatto che nelgi utlimi casi è sempre venuto fuori che c’erano precedenti di comportamento violento coni bambini a giustificare un trasferimento di sede.

Vorrei sapere inoltre, nei casi recenti per esempio quello di Anfo che ha portato all’arresto di Laura Papa, se lei e negli altri casi di maestre coinvolte poi torneranno ancora tra i banchi di scuola o ancora peggio in un asilo nido a far mangaire vomito ai piccoli e indifesi malcapitati. Mi chiedo la legge cosa prevede in questi casi.

Qualcuno sono sicurà dirà ceh sono melodrammatica. A questi dico: guardatevi le immagini…

Dicevo, il livello culturale generale è davvero disarmante. Si possono leggere anche questi commenti qui:
http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/12_marzo_20/maestra-2003753613049.shtml